Spesso con l’avanzare dell’età diminuiscono gli impegni e si riducono le occasioni per essere attivi. La pensione, l’insorgere dei primi acciacchi o di patologie più complesse spostano pian piano in secondo piano esperienze piacevoli, di movimento e legate allo stare con altre persone.
Le diverse strutture del corpo durante il ciclo di vita vanno incontro a costanti modificazioni e nell’età avanzata diventano progressivamente meno in grado di sostenere la fatica e l’intensità di sforzi come lo erano in precendenza.
La tendenza a una vita maggiormente sedentaria delle persone mature e degli anziani non dipende solo dalla maggiore difficoltà a muoversi o della minore resistenza allo sforzo; si tratta di un circolo vizioso in cui sono implicati diversi fattori.
L’inattività peggiora le condizioni di salute, sia fisica, sia psicologica. La sedentarietà porta a un aumento della pigrizia e una diminuzione della vita sociale. Si riducono conseguentemente gli interessi e peggiora il tono dell’umore. Si rimane ancora inattivi a confrontarsi con pensieri negativi, isolati, con sempre meno forze fisiche e interessi.
Quando iniziare?
La risposta è ovvia: il movimento genera i risultati migliori in termini di promozione del benessere in persone che si sono mantenute attive nel corso di tutta la vita, ma non è mai troppo tardi. Molti studi hanno dimostrato che anche in persone anziane precedentemente sedentarie un’attività motoria regolare riduce l’impatto di patologie degenerative e promuove il benessere.
Che tipo di attivitità praticare?
Non è consigliabile, anzi di frequente è controindicato, seguire intensi allenamenti o pratiche agonistiche. Ugualmente sport individuali o di squadra non rappresentano, a parte rare eccezioni, una soluzione al bisogno di movimento e di socialità.
Un’esperienza di movimento ludica e relazionale al tempo stesso costituisce un’adeguata stimolazione motoria, senza sforzi e senza meccanismi agonistici, promuovendo inoltre il mantenimento e la crescita di legami relazionali. La danza e il ballo, ubiquitario elemento aggregante di ogni gruppo umano, permettono sia una contraollata attivazione corporea sia un incremento dei legami sociali.
Che cos’è la danzaterapia?
La danzaterapia è una disciplina appartenente alle artiterapie, discipline di matrice artistica e sociale, la cui pratica professionale fa riferimento alla Norma UNI 11592:2015, ai sensi della legge 4/2013. Si basa sulla “spontanea risposta motoria allo stimolo musicale” (M.Chace) e prevede l’attivazione di processi sociali, motori, ludici attraverso il ritmo, il movimento e la relazione.
La danzaterapia non è un insieme codificato di passi, né una lezione.
La DMT rppresenta un momento ludico e inclusivo, in cui tutti, anche chi non è mai stato o non si sente più affine al ballo può coinvolgersi in giochi ed esperienze condivise con il gruppo. Si condividono gesti, movimenti, sguardi, ritmi e, di tanto in tanto qualche parola arricchisce lo sfondo musicale in cui ci si muove.
L’importanza dell’estetica
La Danzaterapia non è una ricerca della perfezione o di approfondimento coreografico, tuttavia non costituisce neanche un momento di movimento casuale o confusivo. Come tutte le artiterapie basa il suo approccio sul potenziale terapeutico del processo di costruzione e di creazione, a volta individuale a volta condivisa, di un momento o di un prodotto godibile e significativo. I giochi non sono sequenze di passi, ma momenti di creazione per i singoli e il gruppo e il piacere estetico deriva dalla situazione di benessere corporeo e sociale e a sua voltacontribuisce a mantenerla e a crearla, senza giudizi da temere o imbarazzi.
Raccontare così sia la danzaterapia non è semplice, ma spero questo articolo ti abbia interessato e ti invito a condividerlo tra i tuoi contatti. Fammi sapere cosa ne pensi lasciando un commento. Se vuoi chiedere chiarimenti o un incontro, magari per provare la danzaterapia, anche presso una realtà del territorio, è possibile contattarmi e, per essere sempre informato sulle prossime iniziative e i nuovi contenuti, segui la pagina di Psicologia e Danzaterapia Aprilia su facebook.