
“. . . non solo i bambini ma anche gli esseri umani
di tutte le età sono oltremodo felici e in grado di
estrinsecare le loro capacità con il maggior
vantaggio possibile quando sono sicuri che dietro
di loro ci sono una o più persone che li possono
aiutare in caso di difficoltà. La persona fidata
fornisce una base sicura su cui appoggiarsi per
potere agire”.
J. Bowlby, 1973
In questo periodo dell’anno studenti e famiglie si preparano a rientrare all’interno delle dimensioni scolastiche, composte, oltre che dalle lezioni, anche da una insieme di procedure e vincoli. Tra questi ha assunto negli anni una dimensione centrale il P.D.P., vale a dire il Piano Didattico Personalizzato.
Si tratta di un documento, differente tra scuola primaria e secondaria, compilato dal consiglio di classe una volta acquisito la diagnosi specialistica di DSA di un allievo o rilevate altre condizioni per cui si ritiene di inserirlo tra i B.E.S. (Bisogni Educativi Speciali), deve stenderlo coinvolgendo l’allievo stesso, se sufficientemente grande, la famiglia ed eventuali servizi territoriali pubblici e privati. Nel Lazio, come illustrato in questo articolo, è possibile rivolgersi anche a privati, purché accreditati e rispettosi di una serie di linee giuda e caratteristiche, come il centro ARIEE presso cui svolgo la mia attività.
Il PDP organizza il rapporto tra la scuola, i genitori e le figure che seguono lo studente nelle attività di recupero e riabilitazione definendo tutti gli interventi necessari, in particolare gli strumenti compensativi e le misure dispensative, per arrivare al successo scolastico, cioè agli stessi obiettivi di apprendimento dei suoi compagni e realizza quanto riportato nelle Linee Guida Ministeriali. Uno studente con DSA ha capacità cognitive nella norma, ma ha bisogno di un percorso di apprendimento individualizzato e personalizzato, il cui funzionamento ed andamento è gestito attraverso questo documento, necessariamente da aggiornare ogni anno e con particolare attenzione durante i passaggi tra le istituzioni, quando è opportuno aggiornare la diagnosi.

Durante l’elaborazione e la stesura, affinché il PDP possa essere funzionale ed efficace e non insterilito in una dimensione compilativa, burocratica e stereotipata, deve essere attivata una fase preparatoria di incontri e di dialogo tra docenti, famiglia e, auspicabilmente, specialisti, ognuno con le proprie competenze, al fine di creare una rete collaborativa scuola-famiglia, cornice necessaria a garantire all’alunno un contenitore adeguato per il suo benessere e i suoi apprendimenti. Nella mia esperienza capita di intervenire in contesti di relazioni scuola famiglia già piuttosto saturi e tendenti all’incomprensione, in cui il benessere dell’alunno finisce in secondo piano a fronte di uno scambio di accuse tra scuola e famiglia.
Lo psicoterapeuta invece può, prevenendo o sanando, offrire alternative ad una gestione conflittuale o poco funzionale delle dinamiche inerenti la stesura del PDP ponendosi, oltre che come esperto nella clinica e nella diagnostica dei disturbi dell’apprendimento, anche come conoscitore delle dinamiche istituzionali, aiutando ogni attore ad agire in modo congruo con la tutela del benessere del bambino.

Per qualsiasi dubbio o necessità di chiarimento in merito ad una situazione legata alla gestione del P.D.P. in situazione di DSA o di BES, di altre dinamiche legate all’approfondimento diagnostico è possibile contattarmi per un confronto telefonico ed un appuntamento.
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