Non tutti gli studenti al suono dell’ultima campanella hanno gioito per il termine delle lezioni e la prospettiva di tre mesi di spensieratezza, lontani dai banchi di scuola.
Per alcuni, giunti al termine del percorso della scuola secondaria di primo o di secondo grado, c’è ancora una prova da superare. In questi giorni, tra ripassi e ricerche su internet, è facile che l’ansia cresca e faccia apparire gli scogli rappresentati dagli esami come ostacoli quasi insormontabili.
Alla vigilia delle prove è quasi scontato che l’ansia bracchi gli studenti: in pochi giorni sono messi in gioco anni di fatiche.
Alcuni dati dicono che prima degli esami l’ansia sia così diffusa da accompagnare uno studente su due; oltre alle tracce, i ragazzi temono di fare scena muta all’orale.
Non dobbiamo associare immediatamente l’ansia a qualcosa di negativo: con intensità moderata infatti è uno stato emotivo fisiologico che contribuisce ad allertare le persone facendo aumentare la concentrazione e inducendo un’attivazione neurofisiologica funzionale ad affrontare un pericolo o al buon superamento di una prova fisica o mentale.
L’ansia rappresenta un aiuto per focalizzare e incanalare le energie, capitalizzando le risorse e preparando alla migliore esecuzione della performance. Oltre che fisiologica, un pò d’ansia prima degli esami è anche uno strumento da utilizzare per poter mostrare le proprie capacità.
Rappresenta invece un disturbo quando lo stato emotivo risulta esagerato rispetto al reale pericolo che si affronta, tanto da poter bloccare le azioni dello studente, impendendo lo studio o di fornire le risposte richieste.
Anche se non esiste una ricetta universale, ecco cinque consigli utili per chi deve affrontare gli esami:
1.Fare un piano di studi in base alle proprie caratteristiche e risorse
Ogni studente è unico e deve organizzare il proprio lavoro considerando le sue energie. Sa quando è il momento migliore della giornata per studiare, quando è più lucido; se è opportuno condividere il momento dello studio con alcuni compagni o se è necessario studiare da soli per concentrarsi. Per non rischiare di perdersi tra inviti, tesine e ripassi dell’ultimo minuto è opportuno fare un piano dei lavori per i giorni a disposizione e monitorare l’esito del proprio impegno.
2.Fare attività fisica
3. DistrarsiÈ sempre bene trovare un paio d’ore per rilassarsi, per un libro, un film o per l’hobby preferito. Talvolta si pensa a questo come del tempo perso, sottratto allo studio a oltranza. Risulta invece indispensabile, per poter gestire al meglio le proprie risorse, concedersi qualche momento di distrazione per riprendere poi lo studio con rinnovata energia;
4. Limitare l’uso dei social
Per trovare e mantenere una buona concentrazione e rimanere sereni durante lo studio è preferibile limitare il controllo continuo di notifiche e aggiornamenti e resistere alla tentazione di rispondere in qualsiasi momento ai propri amici ;
5. Seguire uno stile di vita sano
L’alimentazione e l’idratazione sono fondamentali, in particolare perché allo stress si somma il caldo del periodo estivo. Meglio evitare alcolici e cibi pesanti ed elaborati, dando spazio a frutta, gelati e acqua, limitando il consumo del caffé. Lo studio ha bisogno di energie che vanno reintegrate con un’alimentazione leggera e ricca di sali minerali. Indispensabile poi rispettare i tempi di riposo del nostro corpo, concedendosi un riposo notturno di otto ore, senza cedere alla tentazioni di uscite o ripassi notturni.
Un consiglio infine anche per i genitori: non fatevi contagiare dall’ansia che provano i vostri ragazzi e non aggiunte pressioni a questo momento intenso e stressante. Siate una valida risorsa, un supporto al loro fianco per un’indicazione o un momento di svago, magari cogliendo l’occasione per raccontare loro dei vostri esami e di come sono andati. Vi aiuterà certamente a condividere in modo più funzionale questo significativo passaggio nella loro crescita.
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Ricordo l’inizio dell’estate della mia maturità. La pressione a scuola si era fatta tanto pesante da avermi indotto mesi prima a mollare tutto, anche quel poco che continuavo a studiare per mantenere la media dei voti sopra al 7. Il tutto unito a problemi alimentari che avevano iniziato a manifestarsi più forti del solito e che mi accompagnano ancora adesso, a distanza di quasi dieci anni.
I miei genitori non si erano accorti di niente e quando hanno capito che c’era qualcosa di strano nel mio non preparare una tesina non sono riusciti a comprendere il mio disagio – colpa anche mia, che ho il viziaccio di tenere tutto dentro e di non confidarmi con gli altri. Mia madre decise che il motivo di quella situazione era la mia pigrizia, che il modo migliore per spronarmi a fare di meglio era sminuirmi, fare confronti con la sua eccellenza scolastica e con la buona riuscita di mio fratello maggiore; quando non funzionò mi costrinse a fare una tesina seduta accanto a lei, che giudicava ogni mia parola e mi correggeva perché tutto risultasse a suo parere più corretto, anche quando i libri di testo dicevano cose diverse.
Consegnai la tesina l’ultimo giorno utile e mi presentai alle prove scritte solo grazie ad un mio amico che mi prese a schiaffi buttandomi in faccia che per fare un dispetto ai miei mi stavo giocando la possibilità di uscire da una scuola che detestavo. Credo che se non fosse stato per lui sarei diventata una delle ennesime foto su un giornale, quella in cui i parenti dicono ma era una ragazza così solare.
Tutto questo per aggiungere un consiglio per i genitori: cercate di essere confidenti per i vostri figli, ma non degli amici; cercate di essere loro d’aiuto, ma non sostituitevi a loro; ma soprattutto non proiettate su di loro le aspettative che voi avevate e per motivi vari avete disatteso.
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Grazie per aver condiviso la tua esperienza e le tue riflessioni. Sono certo che saranno utili a molte persone, non solo a quanti stanno affrontando degli esami.
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