La routine è ripresa, si è ormai spento l’eco del capodanno con il suo inesorabile richiamo a fare un bilancio dei dodici mesi appena trascorsi, di ciò che ha funzionato e di di ciò che invece è andato storto. Con l’arrivo del nuovo anno, e come reazione a questi tentativi di valutazione, specie se qualcosa non è pienamente soddisfacente, si formulano propositi di grandi cambiamenti, desiderando “dare una svolta” alla propria vita.
Ogni primo gennaio sembra imporci il confronto con tutta una serie di aspettative e propositi per l’anno che verrà.
Iniziare un nuovo percorso lavorativo, trovare nuovi impegni e amicizie dopo la pensione, risparmiare, mettersi a dieta, farsi avanti con una persona, scegliere un posto dove vivere, capire cosa fare dopo gli studi, riflettere se fare spazio a un bambino nella coppia, sono solo alcuni dei temi che organizzano le esperienze di vita delle persone e rappresentano momenti di evoluzione nel percorso di ciascuno nel mondo.
Eppure l’impressione è che questi propositi siano sempre gli stessi…
Trascorre spesso molto tempo da quando formuliamo dentro di noi un desiderio a quando, spesso dopo molte fatiche, riusciamo a intraprendere il cammino per realizzarlo. Si tende anzi a cercare lungamente segnali per indovinare o prevedere il futuro, lasciando in secondo piano la necessità di costruire nel presente, attraverso l’impegno e la pianificazione, le occasioni per realizzarlo.
Sembra che la buona volontà e le motivazioni non funzionino mai…Dove ci si perde nel portare avanti le promesse che regolarmente ciascuno fa a sé stesso? Perché non si riesce a raggiungere ciò che si sente di desiderare?
Non è affatto scontato che tutti i sogni possano realizzarsi come li stiamo desiderando per impedimenti legati a noi stessi, come attori principali, ad altre persone o a condizioni avverse. Riuscire a riconoscere i propri desideri e a confrontarsi con essi è però il primo passo per iniziare a trasformarli in qualcosa di concreto, accettando anche la fatica di affrontare le limitazioni legate alla realtà.
I propositi sono troppi vaghi per orientare realmente la nostra azione nel mondo e consentirci di avvicinarci a un obiettivo. Restringere il campo, dare un tempo per la nostra azione, definirne i passaggi, sono elementi di un buon obiettivo che ci aiutano a non far sfumare la nostra motivazione e a tirare fuori i sogni dal cassetti.
Al contrario i propositi restano indefiniti e generici, perdono la loro energia facilmente di fronte alle pressanti richieste della quotidianità e lasciano chi li aveva formulati spesso nella stessa situazione che desiderava modificare e con il più la sensazione di un aumentato senso di impotenza. Dell’autoefficacia e della sua importanza ho parlato in questo articolo, mentre in questo contributo ho voluto sottolineare la differenza tra obiettivi e propositi; trasformare i buoni propositi, i nostri sogni, in obiettivi non è un passaggio semplice, né scontato, tuttavia rappresenta la strada per iniziare a renderli, per quanto sarà possibile, reali.
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