Cercando nella memoria ciascuno di noi può trovare, nella propria esperienza scolastica, un quaderno o un compito segnato da righe rosse, a penna o a matita, e magari, benché siano passati anni, riprovare lo stesso senso di disagio e di frustrante insicurezza.
L’impatto con l’errore non è certamente semplice, in particolare se avviene in un contesto in cui esso è ritenuto la manifestazione di una competenza mancante, di un livello non raggiunto.
Oggi nelle aule e nell’esperienza dei bambini e dei ragazzi forse i segni rossi sono meno frequenti, in virtù di una sempre maggiore capillarità dell’esperienza mediata da tecnologie, tuttavia il giudizio negativo di un errore potrebbe essere rimasto inalterato.
Nell’ottica del costruttivismo l’attenzione non deve essere rivolta primariamente alla prestazione e al risultato, in particolare con bambini e adolescenti, alunni con dsa o bes e chi sta affrontando percorsi scolastici non lineari, ma focalizzarsi sul processo di costruzione di significati, riorganizzazione e trasformazioni del sapere che il percorso di studio e conoscenza rappresenta.
Il verbo latino “errare” contiene nella sua etimologia una doppia accezione: da un lato significa aver smarrito la giusta via, deviare da quella che è, o dovrebbe essere, la strada tracciata da seguire, dall’altro indica anche viaggiare, pellegrinare in riferimento al vagare alla scoperta di luoghi “altri”, fino ad allora non conosciuti.
L’errore quindi ci allontana da una norma, ma può consentirci anche di costruire una nuova conoscenza; tra i casi più famosi ci sono l’invenzione della penicillina da parte di Fleming o la creazione dei comunissimi post it avvenuta nel corso delle ricerche per la creazione di una potente colla ad opera di Spencer Silver nel 1974.
Oggi più che in passato l’apprendimento deve superare un paradigma di semplice acquisizione e rievocazione di nozioni per mettere gli studenti in condizione di padroneggiare strumenti in funzione della ricerca e dell’acquisizione di conoscenze.
Una capacità su cui investire, benché spesso rimanga in secondo piano, è quella metacognitiva.
Le capacità metacognitive consentono all’alunno di organizzare i processi mentali, adeguarli al compito da svolgere, rendendo possibile la creazione di un percorso di costruzione personale del sapere e delle strategie per padroneggiarlo.
In quest’ottica l’errore non è più uno scoglio su cui disperarsi ma un elemento da conoscere per navigare con maggiore consapevolezza nel viaggio unico e personale di costruzione del sapere.
Per altre informazioni, per conoscere le possibilità di sostegno allo studio e all’organizzazione dell’apprendimento o per condividere le tue opinioni o esperienze non esitare a contattarmi