La Danza Movimento Terapia rappresenta una disciplina, regolata dalla legge 4/2013 e inserita all’interno del panorama delle Arti Terapie, ormai sempre più diffusa e conosciuta. Versatile, coinvolgente e affascinante, può essere usata in numerosi ambiti e contesti all’interno della prospettiva del ciclo di vita.
All’interno di queste molteplici possibilità una tra le maggiormente feconde è rappresentata dalla costruzione di laboratori e percorsi rivolti ad operatori delle helping professions, attori sociali differenti per formazione e professionalità, accomunati però dall’essere risorsa indispensabile per il sistema di assistenza sia pubblico sia privato.
Gli operatori delle professioni di aiuto, dal medico fino all’assistente domiciliare, si confrontano quotidianamente con le problematiche, i disagi e le sofferenze delle persone che assistono. In uno scenario socio assistenziale di transizione tra pubblico e privato, sempre più complesso e ricco di problematiche, può accadere che i bisogni di chi ha assunto il compito di prendersi cura restino in secondo piano. Quanti implicano il proprio corpo e le proprie capacità in rapporti di sostegno possono, a causa di questa gravosità, dover affrontare nel tempo un declino nella qualità di vita e nella prestazione professionale.
Il corpo, anche se spesso inascoltato, è animato dalla vita emozionale e ne esprime disagi e dinamiche, basti pensare alla frequenza di episodi psicosomatici. Il corpo, al tempo stesso, può però essere protagonista di processi virtuosi, dotato di potenziale creativo, che è possibile amplificare nella relazione, può rappresentare una valida prevenzione del burnout e un’utile risorsa per promuovere il benessere degli operatori.
Il Burnout è un termine introdotto nel 1974 da Herbert J. Freudenbergen per indicare un quadro sintomatologico caratteristico (comportamentale, relazionale ed emotivo) di operatori di servizi comunitari particolarmente esposti a condizioni di tensione dovuta ad un rapporto diretto e continuativo con una utenza particolarmente disagiata o difficile.
Traducibile con bruciato, cortocircuitato, riguarda l’esito di un processo stressogeno legato alle condizioni professionali; oggi nelle helping professions è un fenomeno diffuso, in particolare in contesti di tagli di personale e aumento del carico di lavoro, e non riguarda, una volta innescato, solo l’ambito professionale, ma investe l’intera esperienza emotiva e relazionale della persona interessata.
Prevenire vissuti e dinamiche legate al burnout degli operatori, contribuendo inoltre a promuovere capacità empatiche e stimolare la creatività del singolo e dei gruppi di curanti è l’obiettivo degli appuntamenti mensili con il percorso di Danza Movimento Terapia “Il Corpo Guerriero”
Sperimentare un momento di benessere fisico e relazionale contribuisce infatti a sostenere le capacità di coping rispetto ai numerosi fattori di stress, senza contare come il movimento sia un potente attivatore di nuove risorse fisiologiche, già presenti nel corpo. Inoltre la condivisione di esperienze e il confronto con altri nel gruppo arricchirà i partecipanti promuovendo nuovi spazi per la consapevolezza e la crescita professionale.
Il titolo “Il Corpo Guerriero” è stato scelto per l’assonanza con caratteristiche e vissuti che attraversano i corpi, le menti e le relazioni di chi cura e che deve, nonostante le proprie ferite e le proprie difficoltà, continuare a impegnarsi nel proprio compito.
Evidente il richiamo all’archetipo del Guaritore Ferito di Jung e all’immagine del Centauro Chirone, divenuto esperto in medicina e nelle arti della cura per curare una propria ferita, tanto da essere scelto come formatore di Asclepio. Dei molti richiami alla storia, alla cultura, alle esperienze e alle possibilità innescate dal movimento offriamo, come originale sintesi, l’opera dei partecipanti al primo incontro de Il Corpo Guerriero svoltosi presso Psicologia e Danzaterapia Aprilia rimandando agli incontri e ad altri articoli ulteriori approfondimenti.
Il laboratorio Il Corpo Guerriero è stato ideato da Antonella Farina e Romina Bregoli, Danzaterapeute valdostane che gestiscono la pagina Danzamovimentoterapia Aosta e si è deciso di riproporre l’esperienza anche nel territorio pontino, rivolgendosi ai professionisti del lavoro di cura: educatori, psicologi, medici, infermieri, OSS, assistenti domiciliari, assistenti sociali, AEC, insegnanti di sostegno ecc.
Il primo ciclo ha già preso il via lo scorso sabato e rimangono due appuntamenti che possono essere frequentati anche in modo non continuativo; sabato 20 febbraio e sabato 12 marzo, sempre dalle 15,30 alle 17,30.
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