Nei paesi occidentali la costante crescita dell’aspettativa di vita e l’invecchiamento della popolazione stanno portando i sistemi di cura a confrontarsi con la necessità di prevenire le conseguenze del deterioramento cognitivo, promuovendo il benessere dei singoli e dei sistemi familiari.
Secondo i dati del World Alzheimer Report 2015, circa 40 milioni di persone al mondo sono affette da una qualche forma di demenza e ogni 3 secondi viene fatta una nuova diagnosi.
Le demenze rappresentano una priorità per i sistemi sanitari mondiali; si tratta di una condizione che interessa dall’1 al 5 per cento della popolazione sopra i 65 anni di età, con una prevalenza che raddoppia poi ogni quattro anni, giungendo quindi a una percentuale di circa il 30 per cento all’età di 80 anni. In Italia circa 492.000 persone soffrono di Alzheimer; di solito questa patologie insorge dopo i 65 anni e solo nei casi a trasmissione ereditaria intorno ai 40 anni.
L’aumento dell’aspettativa di vita tende ad innalzare il numero assoluto di persone con varie forme di demenza, tuttavia molti studi mostrano come il rischio di demenza in un adulto anziano continui a diminuire. Questo dato è il frutto del costante progresso sulla prevenzione e sul cambiamento degli stili di vita.
Malgrado l’importanza di una diagnosi precoce, la maggior parte degli adulti under 65 con disturbi mnemonici se ne vergogna e preferisce non parlarne con il proprio medico, perdendo l’occasione di ricevere una diagnosi precoce e un tempestivo trattamento.
Tra i vantaggi di una diagnosi precoce certamente figurano:
- un tempestivo intervento sulle cause delle demenze reversibili
- l’istituzione di trattamenti multimodali in grado di rallentare il progredire della malattia
- l’individuazione di strategie per migliorare la performance cognitiva del paziente sfruttando le sue capacità
- la gestione delle comorbilità associata alla demenza
- l’ informazione corretta e il sostegno alla famiglia per l’attuazione di misure necessarie per prevenire o risolvere i problemi connessi con la progressione di malattia.
Nella mia pratica professionale, in alcuni casi anche a domicilio, e lavorando in rete con medici e geriatri, strutture del Servizio Pubblico e associazioni territoriali, offro ascolto, sostegno e orientamento alla persona matura per confrontarsi con questi dubbi e avvicinarla al percorso diagnostico più adeguato, aiutandola inoltre a prevenire chiusure e deflessioni del tono umorale.
Dell’importanza di considerare questa fase della vita come una crescita ho parlato più estesamente in questo articolo, inoltre è possibile, anche in età avanzata o in presenza di particolari condizioni di salute che limitano l’attività fisica, predisporre, in accordo con il medico, occasioni di movimento e stimolazione, sia in gruppo sia in individuale, attraverso la Danzaterapia, disciplina in grado di attivare in modo controllato le strutture corporee e di far riscoprire il piacere della relazione e del gioco.
La salute del cervello è indissolubilmente legata allo stato di salute generale e alla capacità di agire nel mondo e relazionarsi con altre persone e questi fattori sono, a loro volta, influenzati dalla condizione organica dell’encefalo. In queste relazioni così complesse l’azione dello psicologo può favorire un cambiamento dei propri stili di vita, dell’alimentazione, del sonno, dell’appropriata attività fisica e cognitiva permettendo di promuovere il benessere anche con l’avanzare dell’età e orientando l’adulto o l’anziano tra le azioni diagnostiche e terapeutiche appropriate.
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