La famiglia “perfetta”; ideale da raggiungere o mito da sfatare?

Nell’immaginario riguardante la genitorialità ciascuno può incontrare, nel suo pensiero o confrontandosi con altri, la presenza, più o meno ingombrante, di un’immagine di famiglia adeguata, in cui ogni cosa funziona e si è felici. A guardare più da vicino quell’immagine che abbiamo evocato possiamo distinguerne dettagli, partendo, ad esempio, dalla quotidiana colazione serena, su un tavolo immacolato e imbandito, con bambini sorridenti e genitori tranquilli, impegnati in un’interessante conversazione, fino al costante ed inattaccabile benessere ed accettazione dei bisogni di ciascuno e della coppia.

Verrebbe da desiderare di conoscere la “ricetta” per conseguire questo entusiasmante risultato; un insieme, magari complicato, di regole e prescrizioni a cui attenersi per avere la garanzia di un rapporto di coppia sempre stimolante all’interno di una cornice familiare accogliente per ogni suo componente. 

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Eppure nessuno potrà mai rivelare la chiave per avere una famiglia serena, né accennarne ai segreti, in quanto l’ideale di famiglia felice, in termini assoluti, è da sfatare. Non esistono relazioni in cui le cose possano sembrare andare in modo stabilmente positivo, né in cui ci sia una costante intesa. La famiglia, come le relazioni, non seguono modelli idealizzati, non hanno forme giuste o sbagliate, ciascuna è unica, frutto irripetibile dell’incontro e della relazione tra i bisogni e le risorse dei suoi membri.

Occorre quindi superare il mito della famiglia felice; bisogna rassegnarsi a non avere nessun riferimento, quindi?

Al contrario, un rinnovato, realistico e potenziante obiettivo può diventare quello di vivere ogni giorno la famiglia al meglio delle sue potenzialità.

Alla base di una famiglia in grado di declinare le sue potenzialità e di essere accogliente per i bisogni dei suoi membri si colloca un suggerimento che può sembrare scontato, vale a dire l’organizzazione.

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Attraverso un complesso, ma concordato e condiviso, insieme di regole e flessibilità si costruisce un ambiente in grado di soddisfare i bisogni dei singoli e della coppia. Senza che per nessuno dei partner sia gravoso è possibile, a partire dalla solidità del legame amoroso, costruire aspetti di collaborazione e sostegno reciproco in grado di accogliere i bisogni di cura, di affetto e di assistenza di un bambino.

Concordare e riflettere insieme su come si svolgono le attività abituali, su come affrontare i problemi, oltre a garantirne una migliore gestione e un più condiviso svolgimento, favorisce anche lo sviluppo delle abilità di comunicazione, promuovendo un senso di ascolto e di accoglienza.

Le regole e la necessità di concordarle non sono quindi solo importanti per il loro contenuto e ciò che definiscono, ma anche per il processo relazionale in cui sono state negoziate.

Impegnarsi ogni giorno nell’ascoltare sé stessi e gli altri e riuscire a dare spazio a ciascuno per raggiungere un equilibrio soddisfacente non potrà garantire colazioni serene e tavole immacolate ogni giorno, tuttavia è  la sola strada per non logorare il rapporto alla base della famiglia e costruire, in modo condiviso, un ambiente in cui poter star bene e lasciare quell’immagine perfetta ma irreale sullo schermo della televisione.

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