Il tema della formazione è centrale nella società contemporanea: si studia e ci si prepara a diversi livelli con stage, esami e praticantati; si è apprendisti, tirocinanti in tempi e forme diverse, all’inizio di ogni nuovo percorso lavorativo. Risultano rare inoltre le professioni, in particolare nel sociale, in cui non sia centrale il gruppo quale costante elemento di supporto, confronto e crescita, indispensabile garanzia per la promozione del benessere degli utenti e la salvaguardia di quello degli operatori. Per alcune professioni è meno intenso il bisogno di aggiornarsi e di riflettere sul proprio operato e su quello del proprio gruppo di lavoro, mentre in quella degli insegnanti, dei formatori e degli educatori questo tema è centrale.
Trascurare questa necessità non ne ridurrà l’importanza, sia che si adducano come ragioni le limitate disponibilità di tempo, di risorse economiche o le resistenze dei singoli o altre istituzionali.

Occasione di formazione ad operatori e volontari presso la Scuola Popolare di Tor San Lorenzo
Non comprendere occasioni di confronto e formazione per operatori impegnati in attività educative ha diverse conseguenze su molteplici piani, tra loro interconnessi:
- partendo dai destinatari, ad esempio dei ragazzi o altre categorie di utenti, periodi prolungati senza occasioni di formazione e di riflessione condivisa per gli operatori contribuiscono a determinare la percezione di clima di minore omogeneità, in cui la proposta educativa appare frammentata ed oscillante tra estremi in cui prevalgono l’operatività, la trasmissione di conoscenza, “l’istruzione”, ed un altro versante in cui si tende ad un’educazione che sappia promuovere il sapere, il saper fare e il saper essere. Le contraddizioni negli ambienti educativi, anche quando non manifeste, vengono percepite da chi ne è il destinatario e contrastano con il raggiungimento di una buona motivazione , sicuro contrasto, pensando a dei giovani studenti, al fenomeno dell’abbandono scolastico
- considerando il singolo operatore si individua come la mancata predisposizione di occasioni di formazione comporti l’impossibilità di aggiornarsi, essere informato su conoscenze diverse da quelle acquisite, a volte in tempi non recenti. Inoltre il mancato confronto in gruppo può contribuire a determinare un progressivo abbassamento della fiducia nel gruppo di lavoro, con minore propensione alla progettualità e all’impegno e un maggiore rischio di burnout.
- per quanto riguarda il gruppo non considerare come prioritaria la definizione di momenti di confronto e formazione contribuisce a determinare dinamiche disfunzionali. Si riduce progressivamente la prevalenza dell’assetto di “gruppo di lavoro” in cui gli obiettivi sono dichiarati esplicitamente e si opera per il loro conseguimento e emergono con maggiore facilità stati mentali di segno opposto, vale a dire gli assunti di base. (Bion, 1961) Senza addentrarsi nella spiegazione psicoanalitica, questo produce dinamiche contrarie alla ricerca dell’obiettivo esplicito del gruppo, facendo regredire i membri e facendo vivere loro stati emotivi intensi e non confortevoli (demotivazione, senso di inadeguatezza, rabbia, timore di essere perseguitato) senza contare ciò che, in termini di sofferenza e confusione, può essere esperito dai destinatari dell’azione educativa.

Intervento formativo sui DSA per le scuola della scuola Primaria I.C. Majorana – Lanuvio (RM)
Impostare degli incontri di aggiornamento che non si adottino solamente modalità di lezione frontale, in cui si dia anche spazio ai vissuti degli operatori, accogliendoli come spunti per sviluppare ed approfondire i temi e le dinamiche in oggetto, rappresenta un punto molto importante che non concretizza l’andare oltre il semplice tentare di trasmettere nozioni ad operatori nella maggior parte dei casi già formati e poco motivati a partecipare a una lezione, bensì riesce a cogliere la componente emotiva della loro esperienza, a farne custode il gruppo e a creare forme e spazi in cui contenerne la portata e rielaborarla insieme verso nuove forme di impegno e progettualità.
Nella mia pratica professionale mi occupo di progettare e realizzare incontri e cicli di formazione rivolti ad operatori sociali, insegnanti delle scuole, personale di centri studi e di doposcuola, personale educativo che si occupa di adolescenti, alunni con disturbi e difficoltà d’apprendimento e rapporti con famiglie.
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