Da quando nasciamo fino all’ultimo periodo della nostra vita siamo in costante contatto con storie e racconti, di cui possiamo essere ascoltatori, protagonisti o inventori.
Il piacere di ascoltare una storia, di inventarne una o di parlare dei propri ricordi non si esaurisce nel periodo delle favole o del racconto della buona notte, ma attraversa tutta la nostra vita.
Raccontare storie è fondamentale per creare l’identità negli adolescenti, per gestire le sfide di una fase così complessa è necessario condividere con altri la propria “storia”, frutto dell’interpretazione del mondo. Questo bisogno permane intatto negli adulti e all’interno della coppia, della famiglia, del gruppo di lavoro o di amici, si realizza nel piacere di raccontare e ascoltare storie. Nell’età avanzata il bisogno di raccontare storie ritorna più evidente e culturalmente codificato; tutti possiamo pensare a un nonno intento a raccontare storie ai suoi giovani nipoti.
L’età avanzata non è certo solo un periodo di perdita e declino, benché in questa fase possano esserci maggiori difficoltà a costruire nuove storie e a trovare persone significative con cui condividerle, finendo per sperimentare, di conseguenza, un senso di minore benessere e un abbassamento del tono dell’umore.
L’uscita dal mondo del lavoro con il pensionamento, l’uscita dei figli dal nucleo familiare, la perdita del coniuge o dei genitori, la malattia di cari o propria, sono alcuni dei passaggi più critici che possono caratterizzate questa fase del ciclo di vita
L’approccio costruttivista evidenzia come ogni essere umano cerchi di capire il mondo che lo circonda e il proprio senso in esso creando delle storie e interpretando gli eventi.
Alcune sono personali, altre sono condivise con una comunità, più o meno estesa, di persone. Il raccontare le nostre storie a gruppi o a persone significative racchiude 4 benefici per la salute:
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Raccontare e ri-raccontare le nostre storie ci aiuta a mantenere un senso di identità.
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Dalle nostre storie, vissute nel passato e raccontate oggi, possiamo trarre indicazioni su come vivere la nostra vita nel presente.
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Le storie ci aiutano a mettere ordine negli eventi, talvolta caotici, della nostra vita.
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Quando riusciamo a trovare uno o più ascoltatori, otteniamo più potere, autostima e benessere di quanto non ne avremmo avuto restando in silenzio.
Non tutte le storie da raccontare possono però avere un contenuto positivo.
In questo caso il raccontarle di nuovo, in un momento più protetto, orientato al sostegno psicologico e caratterizzato da un ascolto non giudicante e competente, potrebbe permettere di cogliere significati positivi rimasti nascosti dalla visione negativa finora dominante.
Storie di difficoltà, depressione e sfiducia potrebbero, attraverso nuove formulazioni, all’interno di percorsi di sostegno psicologico, individuali o in gruppi, restituire alla persona nuove visioni e motivazioni per vivere pienamente la sua vita.
Affrontare le difficoltà di questa età, purtroppo ancora ritenuta dalla maggior parte delle persone fase di declino e di difficoltà, attraverso l’ascolto e la condivisione delle proprie storie, con coetanei, nipoti, e chi ha voglia di ascoltare, se necessario anche un professionista, può essere un inaspettato trucco per mantenersi attivi, in salute e regalarsi anni felici e positivi.
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