Un nuovo fratellino o una nuova sorellina sta nascendo e arriverà presto a casa. Il primogenito attende il rientro dei genitori tra persone di fiducia, talvolta accompagna anche lui il papà a prendere la mamma e il fratellino o la sorellina di cui tanto si è parlato negli ultimi mesi.
Il suo ambiente è attraversato da cambiamenti concreti, ma non sempre comprensibili, benché se ne sia parlato in precedenza: si alternano aria di festa e preoccupazioni, in casa ci sono visite molto più frequenti e compaiono oggetti nuovi, il nuovo nato riceve molte attenzioni e cure, tanto da cambiare l’intera routine a cui il maggiore era abituato.
Possono presentarsi nel bambino più grande comportamenti differenti dall’abitudine, in particolare in presenza del nuovo fratellino, può perdere autonomie già acquisite, succhiare il pollice, volere il biberon o anche lui il seno direttamente, balbettare, richiedere di nuovo il pannolino che aveva già tolto, oscillare tra introversione e inibizione ed estroversione e ipercinesi, mostrare maggiore dipendenza, rifiutare spazi esterni alla famiglia, come la scuola, o mostrare comportamenti ostili e pericolosi.
Tali cambiamenti possono essere normali componenti di reazione al fattore stressogeno, tuttavia devono essere colti come segnale di allarme quando si manifestano trasversalmente a numerosi ambienti e per una durata pari o superiore a circa sei mesi.
L’arrivo di un fratellino o di una sorellina obbliga il primo figlio a confrontarsi con il desiderio di esclusività, condizione persa con il nuovo arrivo in famiglia. Possono manifestarsi quindi la paura di essere escluso dagli affetti di mamma e papà, il timore dell’ abbandono, l’insicurezza e lo spavento per il rifiuto e la rabbia che prova verso il fratellino. Tali comportamenti essi hanno bisogno di essere visti, considerati, interpretati, e ottenere come risposta diverse ed adeguate forme di rassicurazione affettiva. Sono accadimenti comportamentali e relazionali che hanno appunto quello scopo e che possono rientrare in condizioni positive di accudimento e ascolto da parte dei genitori.
La gelosia non si può evitare, si possono invece prevenire la conflittualità patologica e i suoi effetti negativi sul comportamento dei singoli e della famiglia.
Rassicurare, riservare spazi speciali, coinvolgere nelle attività di aiuto, valorizzando le abilità, senza forzature, contribuisce a far apprezzare le conquiste evolutive già raggiunte e rafforza la solidità del legame di attaccamento. E’ molto importante, inoltre, mettere il maggiore nelle condizioni di capire che il fratellino, già dai primi momenti, lo apprezza: lo cerca con lo sguardo, si interessa a lui, gioca, ride e, più avanti nello sviluppo, il suo nome sarà tra i primi a essere pronunciati.
Nel gestire questo processo è molto importante il ruolo del papà, quale adulto di riferimento per il bambino e compagno della mamma. Rispetto alla centralità di questa figura, talvolta relegata in secondo piano, ho analizzato le implicazioni positive del suo coinvolgimento anche rispetto all’allattamento
L’età del primogenito modula la capacità di accettazione e determinerà appropriati interventi dei genitori per promuovere la gestione della rivalità in modo che sia possibile accettarla e permetterne l’utilizzo come fattore di crescita, senza rifiutarla o negarne la centralità.
L’essere fratello o sorella è un ruolo attribuito ed è destinato a rimanere tale per tutta il ciclo di vita, attraversandone le diverse circostanze, e, oltre che per i singoli, poter creare un clima positivo di accettazione rappresenta un fattore di salute e di promozione del benessere per l’intera famiglia.
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