Al giorno d’oggi le possibilità di scegliere quale istruzione superiore e universitaria o quale percorso lavorativo intraprendere sono molto aumentate rispetto al passato, tuttavia per il ragazzo e il suo intero sistema familiare il momento della scelta rappresenta una fase critica e in cui spesso si generano contrasti.
Dell’importanza di un corretto orientamento rispetto alle scelte formative e professionali, da compiere al termine della scuola secondaria di primo grado o dopo la conclusione della formazione superiore, ho parlato già in questo articolo, mentre in questo contributo sarà analizzato il ruolo degli adulti, genitori e insegnanti, in questo passaggio delicato per il giovane.
Gli adulti dovrebbero costruire con i ragazzi un clima di fiducia e di accettazione che favorisca un atteggiamento attivo di ricerca e dialogo nello sforzo comune di superare l’ansia che normalmente si accompagna alle scelte importanti. Talvolta i ragazzi vengono posti dalle loro figure di riferimento in una situazione passiva, considerati non in grado di capire le loro scelte, o consultati solo dopo che una decisione, concordata tra adulti, è già stata effettuata.
Al contrario l’orientamento non segue la logica del “miglior consiglio”, la giusta indicazione magari data da un esperto, bensì quella dell’attivazione e della promozione di risorse del ragazzo. In questa prospettiva si presuppone ovviamente che il soggetto abbia una consapevolezza di sé, delle proprie caratteristiche individuali, oltre che una conoscenza adeguata delle opportunità a sua disposizione, tali da consentirgli di compiere una scelta coerente con l’ambiente in cui vive. All’interno di questa prospettiva anche le diversità di opinioni tra i membri della famiglia o con gli insegnanti possono essere positive se portano a discutere e a capire diverse possibilità, lasciando comunque l’ultima parola allo studente. Le divergenze diventano negative se portano ad un irrigidimento delle posizioni o a offese verso gli altri.
Ecco gli errori più comuni che gli adulti compiono in questa delicata fase:
-
Ignorare i ragazzi, dandosi l’alibi che tanto la scelta sia, in fondo, solo loro;
-
Comunicargli che la scuola, l’università o il percorso di ricerca del lavoro migliore è quello che hanno già scelto per lui;
-
Sottolineare sempre i suoi difetti, magari per disincentivare la scelta di un percorso formativo, ritenuto troppo difficile;
-
Squalificare il parere di altri adulti o figure significative per far prevalere il proprio;
-
Non condividere l’impegno nella ricerca di informazioni su sbocchi formativi o professionali, limitandosi magari a fornire delle guide da leggere sulle scuole superiori, le università o i centri per l’impiego;
-
Suscitare timori, ansie e sensi di colpa se la scelta effettuata è diversa da quanto avevano suggerito con frasi come “te ne pentirai” o “non ti porterà a nulla”.
Come adulti riconoscete alcuni di questi atteggiamenti nelle dinamiche che vivete nel vostro rapporto con i vostri figli o con i vostri alunni?
Può essere importante allora fermarsi e valutare, prima che l’ansia di dover scegliere cresca con l’approssimarsi della fine dell’anno, l’opportunità di richiedere o consigliare un percorso di orientamento per il ragazzo, vostro figlio o vostro alunno, che vedete particolarmente in difficoltà.
L’approccio che adotto è basato su un breve ciclo di colloqui al cui centro si colloca la somministrazione tramite un coinvolgente sistema informatizzato di test che non mira a indovinare l’unica strada formativa o professionale giusta per il ragazzo, ma lo mette nelle condizioni di acquisire nuovi strumenti e operare riflessioni feconde sulla scelta che lo aspetta e a cui non potrà, al più tardi dopo gli esami di maturità o di licenza media, sottrarsi.
Se questo articolo ti ha interessato o ritieni importante contribuire alla sua diffusione non esitare a condividerlo.
Per restare sempre aggiornato e per richiedermi informazioni su questo tema puoi contattarmi, seguire le iniziative su facebook e iscriverti alla newsletter.
Pingback: E se non facesse per me? Alcuni segnali per capire se la facoltà scelta non è quella giusta. | Paolo Guaramonti
Pingback: Neet e drop out: due parole da conoscere per avvicinarsi alle difficoltà degli adolescenti. | Paolo Guaramonti
Pingback: Scegliere in tempo di pandemia: dove mi iscrivo alle superiori? | Paolo Guaramonti
Pingback: Scegliere la scuola superiore: come evitare passi falsi | Paolo Guaramonti